Loosestrife o Lythrum salicaria fa parte della famiglia delle Lythraceae. Originaria dell'Europa, dell'Asia e del Nord Africa, cresce vicino agli abbeveratoi. In fitoterapia viene utilizzata la sommità fiorita essiccata. È disponibile in tintura madre, estratto standardizzato ed estratto fluido.
Era già conosciuta nel periodo greco-romano. Viene tradizionalmente utilizzata per il trattamento di diarrea, infiammazioni intestinali, ematuria, epistassi, leucorrea e dismenorrea.
Contiene principalmente tannini, polifenoli (ellagitannini, C-glucosidi), antocianosidi e flavonoidi (vitexina, orientina).
Secondo il Dr. Morel nel suo trattato di fitoterapia, la salicaria è un antidiarroico e antisettico per l’azione dei suoi tannini biliari. È utile per combattere la dissenteria. Poiché è una sostanza sicuro, può essere utilizzata anche nei neonati.
In un modello ex vivo che utilizzava neutrofili isolati da sangue periferico umano, la salicaria ha dimostrato un potere inibitorio sulla produzione di IL-8, sull’attività della ialuronidasi, sull’espressione di CD 11b (integrina che consente ai neutrofili di aderire all’endotelio), sul rilascio di elastasi e sulla produzione di ROS in modo dose-dipendente, essendo in questo caso più potente dell’acido ascorbico. Sono gli ellagitannini C-Glucosidi contenuti nella pianta i principali responsabili di questi effetti. Queste proprietà antinfiammatorie possono essere molto interessanti nelle malattie infiammatorie intestinali (PIWOWARSKI & al, 2015).
La salicaria è stata valutata per le sue capacità antinfiammatorie e antinocicettive in vivo, in uno studio del 2006. Diversi estratti di Lytrhum salicaria sono stati valutati utilizzando due protocolli ampiamente utilizzati nei topi per testare l’efficacia degli antinfiammatori: l’edema indotto della zampa posteriore e le contrazioni addominali indotte da p-benzochinone. La salicaria mostra una significativa diminuzione del gonfiore rispetto al controllo e all’inibizione della dose dipendente dal dolore (TUNALIER & al, 2006).
Un esperimento condotto sui topi ha mostrato un’attività antidiarroica nella diarrea causata dall’olio di ricino. La salicaria aumenta l’assorbimento di liquidi ed elettroliti rallentando i movimenti intestinali. Ciò è stato confermato da esperimenti ex vivo su duodeni di ratto. Gli effetti sono paragonabili a quelli della loperamide, senza impattare sulla normale motilità intestinale a differenza di quest’ultima (BRUN & al, 1998 ; PIWOWARSKI & al, 2015). Questo ha un vantaggio importante.
In uno studio del 2013 condotto da Manayi et al, la salicaria ha mostrato un’eccellente capacità antiossidante, simile alla vitamina E, probabilmente a causa della sua alta concentrazione di tannini e flavonoidi.
La salicaria inibisce la formazione di anioni superossido e diminuisce la perossidazione lipidica (COBAN & al, 2003). Questo effetto sulla perossidazione lipidica, paragonabile a quello del BHT (Butilated Hydroxytoluene), può essere spiegato dalla sua capacità di eliminare i radicali liberi come il DPPH, impedendo così una reazione ossidativa a catena (TUNALIER & al, 2006).
La salicaria riduce la crescita in vitro di Escherichia coli, Staphylococcus aureus e Candida albicans (RAUHA & al, 2000).
Salicaria, un grande alleato della salute intestinale!