Chiamato anche Lingzhi in Cina o Giappone, questo fungo parassita saprofita cresce su legno morto o vivo nelle foreste temperate o subtropicali in Cina, Europa o Nord e Sud America.
È usato nella medicina tradizionale cinese da 2.500 anni per trattare l'epatite cronica, la nefrite, l'ipertensione, i tumori e aumentare l'immunità.
Diverse molecole spiegano le sue attività antitumorali: acido lucidenico, acidi ganoderici e polisaccaridi, beta-D-glucani (come nello Shiitake). L’acido ganoderico inibisce la crescita delle cellule tumorali in vitro e le metastasi in vivo attraverso l’inibizione delle metalloproteasi, la diminuzione della motilità cellulare e la loro capacità di adesione (CHEN & al, 2010). L’acido ganoderico ha una marcata citotossicità per le cellule dell’area tumorale, come dimostrato da Johnson & al., sul cancro alla prostata nel 2010.
Per quanto riguarda i beta-glucani, la stimolazione del sistema immunitario è il meccanismo principale della loro attività antitumorale (XU & al, 2011). Migliorano l’immunità, stimolano l’attività delle cellule NK e dei linfociti T citotossici e inducono l’apoptosi delle cellule tumorali (ZHANG & al, 2007), stimolano anche i linfociti B e le cellule dendritiche (PAN & al, 2013).
Nei topi, la somministrazione di Reishi ha permesso di combattere gli effetti collaterali della ciclofosfamide (che causa immunosoppressione dal giorno 3), consentendo il recupero delle funzioni del midollo osseo dal giorno 5, una ripresa dell’emopoiesi e la sintesi dei linfociti T e B dal giorno 8. Migliora la fagocitosi e l’attività antitumorale dei macrofagi e delle NK intorno a D12 (XIAO-LING ZHU, 2006).
Sia nei cavalli che nei pony, è stato dimostrato che il consumo quotidiano di Reishi aumenta la linea immunitaria cellulare (CD4+, CD5+ e CD8+) ma anche la linea umorale aumentando la sintesi anticorpale, oltre a diminuire gli enzimi epatici e aumentare l’emoglobina (SHAO-WEN LAI & al, 2004).
I radicali liberi sono prodotti da varie reazioni metaboliche che a lungo termine accelerano l’invecchiamento cellulare e causano danni al DNA.
Il Reishi stimola gli enzimi che proteggono dai radicali liberi e ne causano la degradazione: la super ossido dismutasi, la catalasi e il glutatione perossidasi (HASNAT & al, 2013).
I polisaccaridi di Ganoderma lucidum hanno mostrato una forte capacità di inibizione della crescita nei confronti di Bacillus cereus, Enterobacter aerogenes, Staphilococcus aureus, E.coli e Pseudomonas aeruginosa (KAMRA & al, 2012).
Secondo HELENO & al., nel 2013, il Ganoderma mostra un’attività battericida superiore all’ampicillina e alla streptomicina contro Staphilococcus aureus e Bacillus cereus.
Il Reishi è soprannominato “il fungo dell’immortalità”, quindi per fare ossa vecchie, sai cosa devi fare!