L'iperadrenocorticismo, o sindrome di Cushing, deriva da un eccesso cronico di glucocorticoidi (cortisone e cortisolo), una classe di ormoni steroidei prodotti naturalmente nell’organismo. È una delle malattie endocrine più frequentemente diagnosticate nei cani. Colpisce in media l'1% dei cani. È molto raro nei gatti.
Nella ghiandola pituitaria o ipofisi (una piccola ghiandola situata nel cervello), un ormone chiamato adrenocorticotropina (ACTH) viene normalmente secreto per stimolare le ghiandole surrenali (ghiandole vicino ai reni) a produrre glucocorticoidi. Questi ormoni svolgono molteplici compiti importanti all'interno del metabolismo. Sono antinfiammatori, antiallergici, analgesici, abbassano le difese immunitarie, aumentano in particolare il metabolismo dei carboidrati, delle proteine e dei lipidi.
La malattia di Cushing (iperadrenocorticismo) può manifestarsi in tre casi:
Questa malattia viene spesso diagnosticata a partire dai 6 anni, ma è già stata documentata in cani più giovani. Non c’è alcuna predisposizione associata al sesso. Tutte le razze possono essere colpite ma alcune sono particolarmente predisposte come il Barboncino, il Bassotto, le razze di tipo Terrier, il Pastore Tedesco, il Beagle, il Labrador Retriever e il Boxer.
L’iperadrenocorticismo ipofisario si riscontra più frequentemente nei cani di taglia piccola (<20 kg).
L’eccesso di glucocorticoidi rilasciati nel flusso sanguigno ha un effetto dannoso sul metabolismo e sulla funzione di diversi organi. I sintomi che ne derivano possono avere un impatto significativo sulla qualità della vita del cane e persino potenzialmente metterlo in pericolo.
È una malattia che progredisce lentamente. I sintomi più frequentemente osservati sono: poliuria-polidipsia (urinare e bere più frequentemente), polifagia (aumento dell’appetito), addome disteso o pendulo, perdita di pelo (spesso bilaterale e simmetrica ai fianchi), pelle sottile, debolezza. Il cane è più calmo e meno vivace del solito e il suo respiro è più veloce e superficiale.
Altri sintomi, meno comuni, possono comparire se il tumore comprime o invade i tessuti circostanti. Ad esempio, nel caso dell’iperadrenocorticismo ipofisario, quando il tumore cresce di dimensioni, può causare lesioni in alcune aree del cervello e possono quindi comparire sintomi neurologici, come apatia, stupore, perdita di appetito, girare in cerchio o senza meta, perdita di equilibrio e disturbi comportamentali.
Possono comparire altre complicazioni come lo sviluppo del diabete mellito, infezioni ricorrenti del tratto urinario e aumento della pressione sanguigna. Il tromboembolismo polmonare (coaguli che bloccano i vasi sanguigni nei polmoni) è una delle complicanze più rare ma preoccupanti. Ciò si traduce clinicamente nell’insorgenza acuta di difficoltà respiratorie. In questo caso, bisogna consultare rapidamente un veterinario.
Spesso è la combinazione di diversi elementi che permette di ottenere una diagnosi di Cushing. I segni clinici sopra descritti sono un primo passo per sospettare questa malattia. Alcune anomalie specifiche visibili dall’esame del sangue possono supportare il sospetto clinico.
Per ottenere una diagnosi definitiva, è necessario eseguire un esame del sangue dinamico, che dura da 1 a 8 ore. Si tratta di somministrare al soggetto un ormone (ACTH o glucocorticoidi) e controllare come reagisce il metabolismo ormonale. Questo test è combinato con esami di diagnostica per immagini (ecografia, TAC, risonanza magnetica) per determinare con precisione il tipo di iperadrenocorticismo. È importante sapere di che tipo si tratta perché le opzioni di trattamento non sono le stesse.
Dott.ssa Emilie Vangrinsven
Laureata presso il Collegio Europeo di Medicina Interna Veterinaria | Dottorato di ricerca U-Liège
Assistente presso l’Università di Liegi in clinica per animali da compagnia | Autrice e co-autrice di numerosi articoli scientifici