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CARDO MARIANO

SILYBUM MARIANUM

Il cardo mariano appartiene alla famiglia delle Asteraceae. Molto presente nel bacino del Mediterraneo, si utilizza il frutto e la parte aerea.

Le sue virtù sono molte e varie: antiossidante, epatoprotettiva, antifibrotica, ipoglicemizzante, ipocolesterolemizzante, antitumorale in particolare.

Queste caratteristiche sono in gran parte dovute al suo principio attivo: la silimarina (1,5-3% della pianta), che è un flavonolignano i cui composti principali sono la silibina, la silichristina e la silidianine.

EPATOPROTEZIONE

  • Modalità d’azione della silimarina:

È uno stabilizzatore di membrana. Inibisce i sistemi di trasporto a membrana degli epatociti, rendendo più difficile l’assorbimento delle sostanze tossiche. Previene la perossidazione lipidica e aumenta l’assorbimento dei radicali liberi prodotti dalle sostanze epatotossiche. Contribuisce al mantenimento del pool di glutatione responsabile della disintossicazione del fegato. Riduce l’aumento delle transaminasi e delle fosfatasi alcaline. Protegge il fegato dallo stress ossidativo.

Stimola l’attività della polimerasi A. Pertanto, aumenta la sintesi di acidi nucleici ribosomiali e il numero di ribosomi negli epatociti. Questo aumenta la biosintesi enzimatica, la sintesi proteica e stimola la capacità di rigenerazione del fegato (ASGHAR & al, 2008).

Nella steatosi epatica, la silimarina normalizza gli enzimi epatici. Si osserva anche un miglioramento istologico ed ecografico (LOGUERCIO & al, 2012).

La silimarina aumenta la sintesi di SOD e catalasi e diminuisce la sintesi di TNF-alfa. Protegge così dallo stress ossidativo e dall’infiammazione e migliora il metabolismo dei lipidi (ZHOU & al, 2018).

Attraverso la sua azione antiossidante e rigenerativa epatocitaria, protegge il fegato da molte tossine, dagli effetti collaterali di alcuni farmaci o veleni come: etanolo, paracetamolo, ciclosporina, eritromicina e falloidi dell’amanita (fungo mortale). Chela il ferro, che può essere la causa della produzione di radicali liberi tossici.

La sua attività antifibrotica è spiegata da una diminuzione dell’attività pro-fibrogenica delle cellule stellate epatiche (che sintetizzano il collagene-1) (TRAPPOLIERE & al, 2009) e da un’inibizione di MMP e TGF beta-1. Questo aiuta a ridurre la fibrosi e rallenta la cirrosi (CHEN & al, 2012).

  • Dispepsia e gastro-protezione:

La silimarina migliora la sintesi dei sali biliari e la loro escrezione dalla cistifellea. Si tratta quindi di coleretico e colagogo (CROCENZI & al, 2006).

Protegge lo stomaco dalle ulcere perché aumenta la secrezione di mucina, aumentando la PGE2 e diminuendo i leucotrieni (ALARCON DE L’ASTRAL & al, 1992 et 1995).

  • Azione antiossidante:

Diminuisce i fattori di stress ossidativo come la malondialdeide (MDA) del 45%, stimola il rilascio di NRF2 che aumenta la sintesi di glutatione del 65% e diminuisce la produzione di TNF-alfa del 47% (AGHAZADEH & al, 2011).

  • Azione antinfiammatoria:

La silimarina inibisce NF Kappa B, che diminuisce l’espressione di TNF alfa, IL-1 beta e la sintesi di iNOS (KIM & al, 2012 ; POLYAK & al, 2007).

Può anche essere immunomodulante secondo (NAFISEH & al, 2017), con i suoi effetti che aumentano con la concentrazione.

  • Azione antitumorale:

Nelle malattie croniche, lo stress ossidativo amplifica gli effetti dannosi della fibrosi e dell’infiammazione legati alla necrosi cellulare, che causano danni alle proteine e al DNA.

La silimarina è anti-angiogenica e anti-proliferativa. Provoca l’arresto del ciclo cellulare e ripristina l’apoptosi (ZHENG & al, 2011 ; ARGAWAL & al, 2013).

Inibisce la produzione di MMP, la cui espressione esagerata è associata ai carcinomi. Inibisce anche il VEGF (fattore di crescita dell’endotelio vascolare) (KIM & al, 2009).

Inibisce così la proliferazione delle cellule tumorali in molti tumori (prostata, polmone, mammella, ovaie e vescica)..

  • Nelle vacche da latte:

L’integrazione con silimarina e licopene migliora la salute degli animali e la capacità antiossidante (GARAVAGLIA & al, 2015).

La somministrazione di silimarina nei 10 giorni precedenti il parto e nei 15 giorni successivi al parto non modifica la composizione del latte, ma ne aumenta la quantità e la velocità di produzione, rallentando la perdita di peso (TEDESCO & al, 2004).

  • • Nelle galline ovaiole:

La silimarina migliora la salute degli animali. Diminuisce l’MDA e il colesterolo cattivo e aumenta l’HDL (HASHEMI & al, 2018).

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